Ogni anno, il 28 gennaio, si celebra la giornata europea per la protezione dei dati.
Ciascuno di noi, più o meno inconsapevolmente, nello svolgimento delle attività quotidiane produce e condivide dati. Il semplice utilizzo di uno smartphone produce una serie di informazioni sulle nostre abitudini, come l’utilizzo di metodi di pagamento digitali, delle piattaforme di ricerca sul web, dei siti di eCommerce delle piattaforme social. Dati che si pongono l’obiettivo di creare un mondo ad personam.
Nella realtà, la dimensione digitale, si nutre dunque dei nostri dati.
I dati rappresentano infatti il bene-giuridico più scambiato al mondo, questo non deve però spaventarci, ma aiutarci a diventare utenti consapevoli e in grado di diffondere la cultura del valore del dato personale.
Solo il giusto approccio al GDPR, la diffusione della consapevolezza del valore dei nostri dati e di quanto sia importante controllarne la loro circolazione, ci permetterà di interagire e “vivere” con sicurezza nel mondo digitale ma ancora di più nell’era dei big data e dell’intelligenza artificiale.
