Il 28 gennaio è stata la giornata internazionale, scelta dal Consiglio d’Europa, per la protezione dei dati personali, creata per aumentare la sensibilità sul tema della privacy.
Questa giornata è anche un ottimo pretesto per non sentirsi arrivati e continuare a porsi domande sulle migliori azioni da mettere in atto per proteggere dati e informazioni personali.
Come abbiamo imparato a conoscere, la privacy è in continua evoluzione, è strettamente legata alla tecnologia, ai servizi informatici e all’evoluzione della comunicazione.
Ogni singolo individuo è egli stesso produttore di informazioni.
Ciascuno di noi, infatti, più o meno inconsapevolmente, nello svolgimento delle attività quotidiane produce e condivide dati. Il solo utilizzo di uno smartphone produce una serie di informazioni sulle nostre abitudini.
Lo smartphone è proprio il più grande esempio incredibile di quanto siamo diventati “produttori”, basti pensare che è sufficiente uscire al mattino con il telefono in mano per permetterci di portare avanti il 90% delle nostre attività, pagamenti, lavoro, svago tutto passa per il nostro “telefono”.
Questo contesto porta a dei risvolti anche in ambito aziendale, è sempre più necessario per le imprese scegliere una solida strategia per trovare soluzioni agili e sicure per la gestione dei dati.
Progettare trattamenti adeguati senza un’eccessiva raccolta di dati, è un passaggio fondamentale per garantire un alto livello di protezione.
Dato incoraggiante in questa direzione si è registrato nel 2022 con un aumento di investimenti in ambito privacy da parte delle aziende (2,2 milioni di dollari). Va però sottolineato che gli sforzi non si sono ancora rivelati sufficienti verso la tutela degli utenti, in quanto essi stessi considerano non ancora adeguate le misure adottate, soprattutto nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Fonte: Oltre il 70% delle aziende ritiene che la privacy sia un valore aggiunto – Federprivacy